Sogno di una notte di zona rossa è una scommessa lanciata dal Comune di Imola ai giovani dell’Associazione Argo, una sfida e un’occasione, offerta da un luogo: il Teatro dell’Osservanza.
Il progetto cinematografico, infatti, è nato in seguito alla proposta di usufruire di questo spazio gratuitamente e in totale libertà creativa, durante il periodo di chiusura al pubblico dei teatri. È stata proprio la dura condizione dei lavoratori dello spettacolo di questo ultimo anno pandemico a ispirare il film, la cui chiara intenzione è quella di omaggiare il Teatro, ripercorrendone la millenaria storia scena dopo scena, grazie all’incontro tra la Spettatrice (Erika Sandri), giovane protagonista e simbolo del noi-pubblico, e i personaggi che popolano gli spazi dell’Osservanza. Primo fra tutti lo spiritello shakesperiano Puck (Pi Andy Nloga), che sarà compagno e guida della ragazza durante questo rocambolesco cammino dal foyer al palco.
L’autoproduzione di natura ibrida, al confine tra l’opera teatrale e quella cinematografica, è stata scritta scritta, girata e montata in soli tre mesi sotto la direzione di due registi: Lorenzo Vittorio Vignini, autore della sceneggiatura, e Lorenzo Fanti, che ne ha curato l’aspetto filmico, occupandosi di riprese e montaggio.
Il cast è formato prevalentemente da non-professionisti, ma tutti già attivi in compagnie amatoriali, abituati al teatro come luogo condivisione. La difficoltà maggiore per la messainscena è stata sicuramente l’impossibilità dell’incontro fisico durante la zona rossa:
«Abbiamo organizzato delle prove in videochiamata», spiega Vignini, «perché gli attori potessero conoscersi e dar voce al proprio personaggio. Il teatro è presenza e corporeità ma, nonostante le prime difficoltà, tutti si sono dimostrati capaci di superare questo grande limite. I giorni che avevamo a disposizione per le riprese erano solamente tre, ma ognuno è arrivato sul set con le intenzioni chiare e questo si è rivelato un aspetto essenziale alla riuscita del film». Continua Fanti: «Concordo, gli attori sono stati fantastici. Tre giornate di set erano davvero poche, considerate anche le riprese all’esterno con luce naturale e il quantitativo di scene che ha permesso l’ora e dieci minuti di girato finale. Io stesso stentavo a crederci… Solitamente un film di questa durata richiede almeno due o tre settimane di riprese! Abbiamo fatto qualcosa fuori dal comune, grazie alla collaborazione e all’efficienza dei tecnici che mi affiancavano. Una equipe che funzionava davvero, esempio di quanto sintonia e confidenza siano spesso più efficaci del professionismo in un team di lavoro. Ognuno ha lavorato con estrema serietà e puntualità, anche durante la lunga fase di montaggio – come sempre una riscrittura del film in sé, durata circa un mese e mezzo – in cui è stata preziosissima la collaborazione di Luca Martini. Insieme, siamo riusciti a risolvere anche inevitabili difficoltà tecniche in aspetti delicati come quello dell’audio, registrato con i microfoni di cui disponevamo in uno spazio molto ampio».
Sogno di una notte di zona rossa è quindi una commedia, a tratti grottesca, che fa riflettere sulla funzione sociale del Teatro e sulle gravi perdite causate dall’assenza degli spettacoli dal vivo durante la pandemia, ma allo stesso tempo diverte e porta in scena giovani speranze.
La prima visione del film è stata giovedì 10 giugno 2021, alle ore 21.00 presso il Cinema Pedagna di Imola, una seconda proiezione si è tenuta sabato 17 giugno. Una terza data in programma è stata il 22 giugno, sempre al Cinema Pedagna, mentre la quarta proiezione si è svolta il 5 luglio presso la Casa di Accoglienza Guglielmi, struttura che accoglie i familiari dei ricoverati presso Montecatone Rehabilitation Institute e chi effettua terapie in day hospital.
Il lungometraggio è stato anche interamente distribuito in streaming sulle pagine social del Comune di Imola e sul canale YouTube dell’Associazione: