«Abbiamo scelto, stasera, di parlarvi di donne che hanno dato un contributo alla nostra vita attraverso la loro. Un contributo al mondo in cui viviamo e al mondo in cui vorremmo vivere. Un mondo in cui l’Arte porta ispirazione e magia. Le storie degli altri possono insegnarci la nostra, e abbiamo ancora bisogno di uomini e di donne che ci ricordino che l’eroismo è normalità; che lottare per la felicità e per la pace, è passione per la vita. Il nostro tempo di rivoluzioni ne ha viste tante, ma forse una sola ha avuto veramente successo: quella delle donne.»


È questo l’incipit di Un’emozione da poco, serata organizzata dai giovani Argonauti l’8 marzo 2018. Preceduta dal saluto del presidente dell’associazione Leonardo Vignini, la serata tra musica e parole è stata aperta dalla voce di Chiara Franceschelli, sulle note di Talking about a revolution di Tracy Chapman. Accompagnano: al pianoforte, Lorenzo Vignini; alla batteria, Jacopo Dallarmi; alla chitarra, Leonardo Vignini; al basso, Edoardo Sella.

A seguire, il primo blocco di letture (scritte da: Giulia Cassani; interpretate da: Maria Castellani, Giulia Cassani, Edoardo Sella), dedicato a Malala Yousafzai e Benazir Bhutto. La prima è vincitrice del premio Nobel per la Pace a soli 17 anni, nel 2014, la seconda è simbolo della conquista del potere femminile, in quanto prima donna a diventare capo di Stato in un paese islamico, lo stesso di Malala: il Pakistan.

Le voci di Valentina e Francesca Dal Pozzo, emozionano con Breathe me di SIA, insieme al violino di Beatrice Martelli. Scaldano poi l’atmosfera grazie all’energia di Etta James in Something’s got a hold on me.

Segue la storia di Anna Magnani, il racconto della sua vita di coraggio e d’amore. Gli amori tormentati e profondi, che racconta la canzone Ma dimme te di Paola Turci (interpretata da Valentina e Francesca).

Arriva un’altra scarica di adrenalina con Un’emozione da poco di Anna Oxa, interpretata da Lorenzo Vignini e Chiara Franceschelli.

Gli attori ci raccontano poi la storia di due donne di arte e passione, quella stessa passione che le unisce: Frida Kahlo e Chavela Vargas. Le due donne si unirono in un amore «Libero, ma allo stesso tempo proibito. Follia razionale, come gli animali che nelle tradizioni messicane dominano la ragione degli uomini, come… la Paloma Negra». Ed è proprio Paloma Negra la canzone di Chavela Vargas che ci regala la voce di Luiza Vernica.

Il pubblico partecipa cantando con i ragazzi il brano successivo: Quello che le donne non dicono di Fiorella Mannoia. Seguono la voce calda di Laura Melandri e gli assoli al sassofono di Alessandro Ricchi, che rendono intensa l’interpretazione di Valerie di Amy Winehouse.

È tempo di concludere la serata, ricordando un’altra grande donna del nostro paese: Nilde Iotti.

Chiude così la voce di Edoardo:

«A volte sembriamo stanchi di parlare di donne. “È un argomento ormai superato”, dicono, “è anacronistico”, dicono, “non ha senso fare discorsi del genere nell’Italia di oggi”, dicono. Come se non venissero ancora guardate come bambine che hanno fatto una marachella quando dicono al capo di essere incinta. Come se assumere un giovane uomo non venga ancora considerato “un investimento più stabile”, piuttosto che assumere una ragazza, “che tanto, prima o poi, nove mesi a casa da lavoro ci sta!”. Come se fossero tutte pagate con lo stesso salario dei colleghi maschi. Come se fossero diventate noiose. Beh… Non so cosa pensiate voi, ma a me le donne non annoiano proprio per niente! Non credo che oggi parlare di diritti sia “ormai superato”, e bisogna smetterla di avere paura di annoiare. Volete chiamarmi femminuccia o addirittura femminista? E allora chiamatemi femminista! Accetterò l’offesa… Io amo le donne come amo la libertà. Sono femminista come un figlio che ama la propria madre, o un padre che ama la propria figlia. Sono femminista come Malala, come Benazir, come Anna, come Frida, come Chavela e come Nilde. Sono femminista… Come Dio!»

Gli Argonauti ci salutano con un inno alla pace e alla democrazia: tutti insieme sulle note di Here’s to You di Joan Baez e Ennio Morricone. Il calore del pubblico e la grinta di chi vuole lasciare un messaggio sono stati sufficienti a rendere meno fredda Piazza Matteotti.

Tanti sono stati i passanti che si sono fermati, in aggiunta a chi aveva già scelto di festeggiare con noi questa importante ricorrenza. Il tintinnare dei brindisi all’Opera Dulcis, incorniciato dalle composizioni scenografiche di Paola Naldi (Les Fleurs di Paola & Co), ricordava un café parigino, in una Imola giovane e piena di idee.